Maestro
Un fantasma nella nebbia in stantio paltò cammello
Due lucerne gli occhi ardenti. Una bici per stampella
Piedi infermi che trascinano catene di memoria sogni arte
solitudine nostalgia rabbia macerie
Dalle dita gialle sorge bianco fumo catramato
L'aspra voce roca vibra setacciata dal passato
Ogni suono ha il suo silenzio. Il silenzio è melodia
Ogni pausa è un movimento. Ogni gesto una poesia.
Lento appare dai lampioni
elegante e pettinato
tra i capelli la Linetti
manifesta il tempo andato
Non sorride ma è un sorriso quella luce tra le ciglia
dalle labbra soffia fioco un saluto controvoglia
Si avvicina mi richiede poi si avvinghia e si sostiene
Penetriamo nella notte e la notte ci contiene
In un lampo poi quel vecchio si trasforma in un vulcano
di energia impeto, gioia. Un bambino ormai lontano.
Trad.:
Che giornata !
Nell'aria c'era un Sole che spaccava le pietre.
Noi bambini giocavamo sugli argini a correrci dietro e fare le capriole.
All'improvviso mio nonno Pierino dalla stoppia mi chiamava:
Enzo, vammi a prendere da bere che ho una sete che muoio...
Maestro
io vuoto ti chiedevo e tu che davi
e quando non capivo e tu che urlavi
a volte se riuscivo tu sorridevi
ah se sorridevi
Eri Maestro
e chi non ti ha capito non ha capito
l'invidia è l'unico proscenio di chi ha fallito
ma sono fantasia e coraggio a far capire
il puro "stravagare"
di un Maestro
Un fantasma nella nebbia in stantio paltò cammello
Che attraversa la sua strada con la bici per stampella
Io lo guardo e non so ancora che sarà per me pensiero sogno arte
solitudine nostalgia sentiero.
A Enzo Bocca - Testo e Musica: Chicco Conti 2021